Home work: lavorare da casa, lavorare da ovunque

Home work: lavorare da casa, lavorare da ovunque

Home work: la nuova frontiera di un mondo sempre più interconnesso che apre nuovi scenari e accesi dibattiti sui pro e contro di questo che, ormai, è un vero e proprio trend.

Home work: un mondo iperconesso

In un mondo iperconnesso come quello nel quale viviamo oggi, non solo lavorare da casa è diventato ormai più di un trend ma, in realtà, ci ritroviamo a lavorare un po’ ovunque. Il dibattito sui pro e sui contro è sempre sul filo di lana e, nonostante sia argomento più che collaudato, scatena sempre prese di posizioni forti e contrastanti.

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Oggi siamo ancora in modalità “devo capire” ma crediamo che un giorno, non così lontano, arriveremo ad un adeguato compromesso tra co-working, ufficio tradizionale, lavorare da casa e lavorare “mobile”. Qualunque sia il luogo, basta che sia adatto. 

La flessibilità incrementa la produttività – almeno così si dice – e, soprattutto, migliora la qualità della vita che è, ormai, il principale criterio usato dai millenials (e non solo) nella scelta della loro carriera professionale.

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Un’indagine di Global Workplace Analytics mostra che quasi il 9o% degli statunitensi “sceglierebbe il telelavoro per una parte dell’orario lavorativo”. Il mix adeguato tra l’operare collaborativamente in ufficio e in modo più concentrato a casa si tradurrebbe in 2/3 giorni lavorativi su cinque tra le pareti domestiche…o da Starbucks! 

Un altro studio, ancora più approfondito, ha rivelato che il numero di persone che negli Stati Uniti lavorano da remoto è aumentato del 159% in 15 anni…diciamo che è più di una tendenza o una moda. Le cose cambiano e, che lo si voglia o no, bisognerà cambiare anche la mentalità imprenditoriale.

Home work: la tendenza

Secondo una statistica del 2015, dei 17 milioni di abitanti in Olanda, un milione lavora stabilmente da casa. Una legge varata nel 2016 ha introdotto il diritto al telelavoro per i dipendenti pubblici e privati. La società FlexJob, un’importante azienda di recruitment e staffing, offre decine di soluzioni ad hoc per chi cerca un lavoro flessibile, dal telependolarismo al part-time, dal lavoro freelance all’orario flessibile. 

Secondo la rivista Fast Company, il 35% dei manager già al Global Summit del 2014, riteneva che “oltre la metà dei dipendenti full-time lavorerà in remoto entro il 2020″, mentre il 25% pensa che entro tale data (l’anno prossimo!) i tre quarti della popolazione impiegatizia non lavorerà più in un ufficio tradizionale”. Diciamo che le previsioni di 6 anni fa non sono state completamente “azzeccate”, ma sicuramente la tendenza è quella, e non si fermerà. 

I dipendenti di Automattic, nota per aver creato WordPress, lavorano da più di 50 paesi diversi grazie ai servizi cloud e agli innovativi software che agevolano il lavoro collaborativo. Il tema del lavoro flessibile è davvero ampio, con innumerevoli implicazioni economiche, sociali e psicologiche. 

Il lavoro “flessibile” deve dare la possibilità di vivere in modo meno stressante, dandoci il potere di scegliere dove, come e quando. Il perché lo sappiamo tutti perfettamente…una scelta che diventa non solo personale ma, anche, collettiva, liberando ogni lavoratore da continue pressioni date da orari sempre uguali, mansioni svolte sempre negli stessi luoghi, togliendo creatività e interesse. 

Strumenti “smartworking”

Per ottenere i migliori risultati da un setup per il lavoro “agile”, è necessario prendere in considerazione la sottoscrizione ad alcune piattaforme e all’installazione di tools specifici (di cui avremo modo di parlare nei prossimi articoli), così da gestire al meglio ogni fase del processo lavorativo.

Non solo i software, ma anche un adeguato setup nella propria casa è fondamentale affinché il lavoro da remoto sia rilassato e non si trasformi in un incubo. Per prima cosa la connettività deve essere stabile, possibilmente flat (cioè a canone fisso e non a consumo), è necessario avere un impianto elettrico affidabile, magari con un piccolo UPS che permetta agli strumenti fondamentali di restare attivi almeno il tempo necessario per concludere una attività.

Poi c’è la luce. La luce è fondamentale per lavorare al meglio, non avere distrazioni date da fastidiosi riflessi o, peggio ancora, da ombre che impediscono divedere bene ciò che stiamo leggendo o scrivendo. Approfondiremo ancora questo argomento, ma intanto puoi leggere questo interessante articolo sulle luci.

Se hai necessità di verificare che il tuo “ecosistema” per lo smartworking sia affidabile, oppure se sei un creativo e hai necessità di creare uno spazio da dedicare alle tue passioni, noi di Zeta Impianti possiamo aiutarti. Troveremo insieme la migliore soluzione! 😉

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